“Si adotti l’ordinanza contro lo stress termico per impedire ai lavoratori le mansioni esterne nei momenti più caldi e afosi della giornata, a tutela della salute e per prevenire gli infortuni”. La Uil Marche ribadisce la necessità di un intervento legislativo alla giunta della Regione Marche sulla scia di quanto indicato nelle linee guida del Ministero della Salute e di provvedimenti analoghi avviati da molte regioni tra cui Lazio e Abruzzo.
Chi pensa che basti il buonsenso sottovaluta il fenomeno. Un esempio su tutti: la nostra struttura è stata chiamata lo scorso anno a dirimere la controversia tra una lavoratrice, una 57enne dipende di un’azienda metalmeccanica del pesarese, raggiunta da un richiamo disciplinare perché dopo tre giorni di lavoro all’aperto aveva accusato un malore e successivamente si era rifiutata di proseguire la mansione in quella modalità. Seguita dal nostro legale, l’avvocato Alessandra Khadem, si è dovuta rivolgere al giudice per vedersi ritirare il provvedimento”. Un problema che coinvolge non solo i lavoratori. Basti pensare agli imprenditori, ad esempio del settore artigiano, che lavorano fianco a fianco a propri dipendenti e sottovalutano il problema. Lo stesso Coordinamento sicurezza della Uil Marche “sollecita fortemente l’ordinanza – scrivono – trattandosi di doverosa tutela dei soggetti più deboli che opererebbe solo al verificarsi di condizioni estreme per lo svolgimento della normale attività lavorativa, soprattutto per i lavoratori delle piccole e piccolissime imprese artigiane e non, che in assenza di contrattazione aziendale, sono spesso costrette ad operare, anche in condizioni climatiche difficili.
Come hanno già legiferato altre regioni – chiediamo si predisponga il divieto di lavoro nei settori agricolo, edile ed affini, in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12,30 alle 16,00 nei giorni in cui la mappa del rischio pubblicata sul sito internet www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta riferita a: lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa segnala un livello di rischio ALTO. Sarebbe inoltre importante in termini preventivi che le aziende, in accordo con le rappresentanze sindacali aziendali e le organizzazioni sindacali di categoria, rimodulassero gli orari in base alle temperature o prendessero tutte le misure ritenute idonee a contrastare l’ondata di calore. Ci troviamo sempre a dover richiedere con urgenza ciò che sarebbe opportuno definire strutturalmente visto che ormai le alte temperature non sono un fatto eccezionale
Claudia Mazzucchelli, Segretaria Generale Uil Marche