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Salviamo la sanità marchigiana

Il Servizio Sanitario delle Marche è in grande difficoltà e i suoi gravi problemi sono sotto gli occhi di tutti

Le visite specialistiche e le prestazioni diagnostiche sono inaccessibili a causa delle liste d’attesa infinite:
chi può permetterselo ricorre al privato, chi non ce la fa rinuncia a curarsi. I Pronto Soccorso sono nel caos e non riescono a far fronte alle urgenze, e per questo si ricorre alle Cooperative di Medici.

Lettera aperta all’assessore regionale alla Sanità

Mancano Medici, Infermieri e Operatori socio sanitari in qualsiasi settore, specie quello della Medicina
Generale.

Il Personale in servizio è allo stremo: costretto a turni massacranti e ripetuti; privato del diritto a ferie e
riposi; non adeguatamente ricompensato dagli sforzi compiuti durante l’emergenza pandemica.

I Servizi di Prevenzione sono sottodimensionati, specie nell’area della salute e della sicurezza sul lavoro. L’Assistenza Territoriale e i Servizi dei Distretti sono ridotti ai minimi termini e non riescono a rispondere ai bisogni delle persone più fragili come: anziani con malattie croniche e non autosufficienti; persone con disabilità e con disturbi mentali.

Le cure domiciliari sono inadeguate e non sono integrate con l’Assistenza domiciliare erogata dai Comuni. Nelle strutture residenziali socio sanitarie, specie quelle per anziani, gli ospiti e i loro familiari sono costretti
a pagare rette di molto superiori alla media nazionale.

La rete ospedaliera regionale è frammentata, disomogenea e poco efficiente. Tantissimi cittadini
marchigiani vanno a curarsi fuori Regione, con costi elevati per il sistema marchigiano.

I Servizi di Emergenza – Urgenza sono sottodimensionati, specie nelle Aree Interne.
Manca un progetto chiaro per lo sviluppo delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità, per i quali il
PNRR ha stanziato risorse importanti.

A quasi tre anni dall’insediamento della Giunta regionale, non uno di questi problemi è stato davvero affrontato e concretamente risolto.

IN COMPENSO La riforma del Servizio Sanitario Regionale approvata con la legge 19-2022 va a rilento, paralizzando il sistema e generando confusione e incertezza.

La proposta di Piano Socio Sanitario che la Giunta ha approvato è sostanzialmente insoddisfacente,
perché non individua in modo chiaro gli obiettivi da raggiungere, le azioni con cui farlo e i tempi entro i quali
completarle.

Per CGIL CISL UIL delle Marche, queste sono le PRIORITA’ da affrontare:

  • Ridurre la mobilità passiva recuperando risorse per potenziare l’offerta pubblica di servizi, a partire dallearee più critiche. Contenere i tempi di attesa riorganizzando il CUP regionale e rendendo più trasparente lo svolgimento delle attività in libera professione.
  • Riordinare la Rete ospedaliera e le Reti cliniche, elaborando i Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali
    per rendere l’assistenza più efficiente ed omogenea sul territorio. Aumentare le risorse per la Prevenzione e per l’Assistenza Territoriale.
  • Elaborare un progetto di rafforzamento dei Distretti Sanitari, sviluppando le Case e gli Ospedali di
    Comunità e rendendo operative le figure degli infermieri di famiglia/comunità.
  • Investire nelle strutture residenziali e semiresidenziali socio sanitarie – a partire da quelle per anziani non
    autosufficienti – e nelle Cure domiciliari integrate con i Servizi di Assistenza Domiciliare dei Comuni.
    Finanziare il Fondo di solidarietà per aiutare gli ospiti più poveri delle strutture sociosanitarie regionali per
    anziani, disabili e persone con disturbi mentali.
  • Dare impulso alla Medicina di genere, alla Medicina d’iniziativa, alla Teleassistenza e alla Telemedicina.
    Allineare i confini dei Distretti e degli Ambiti Territoriali Sociali, in modo da rendere più fluida l’integrazione
    sociosanitaria.
  • Stabilizzare tutto il personale precario delle Aziende Sanitarie regionali.

All’indifferenza della Regione rispetto a queste proposte, CGIL CISL UIL Marche rispondono con un percorso di MOBILITAZIONE

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