Sono state notificate ai lavoratori dell’Ancona International Airport (A.I.A.) le lettere di
licenziamento, dopo che il sindacato aveva chiesto di proseguire con le sospensioni dal lavoro
utilizzando tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione secondo le dotazioni attuali e vista la
politica di sostegno governativa per un settore, quello passeggeri in forte crisi, per la pandemia
che per gli osservatori internazionali si riprenderà entro il 2025.
Nel 2020, i sindacati avevano condiviso, presso la Regione, la conclusione della
procedura di mobilità per il personale in eccedenza che, attraverso l’accordo, era stato
numericamente circoscritto prevedendo misure diversificate come incentivazione
all’esodo, ricollocazioni e via dicendo. Purtroppo, nei giorni scorsi, A.I.A. ha iniziato a
notificare altre lettere di licenziamento, oltrepassando i limiti stabiliti dagli accordi sindacali
esistenti. Dunque, l’appello del sindacato è caduto nel vuoto.
Le 4 ore di sciopero dei sindacati proclamate per venerdì 26 novembre e il sit-in dalle 11,30 alle 13
sotto la sede della Regione, devono servire a scuotere la politica regionale, troppo debole e ancora
troppo avvolta nel torpore di un lungo ed inspiegabile sonno. La Regione Marche è sì il socio di
minoranza ma anche il proprietario dell’ infrastruttura, é l’istituzione che rappresenta il Governo
del territorio regionale: un interlocutore che non può essere snobbato.
Il sindacato ritiene che la Regione non può concedere al fondo inglese di agire indisturbato dopo
che lo stesso ente ha comunque continuato a investire con risorse pubbliche sullo sviluppo del
trasporto aereo: come dire che il pubblico investe in una azienda che fa licenziamenti, nonostante
i fondi pubblici.
Ricordiamo infatti che in totale saranno 13 i milioni che la collettività marchigiana investe per lo
sviluppo del turismo nella regione.
Per questo motivo, il sindacato si rivolge direttamente al Presidente Acquaroli, che ha le deleghe al
porto, aeroporto ed interporto, per chiedere se la politica tanto sbandierata sull’intermodalità, sui
collegamenti della nostra regione si faccia soprattutto sulle aspettative dei lavoratori con i
licenziamenti e la precarizzazione dei posti di lavoro e non sul rilancio del settore aereo che non
può essere svincolata dal mantenimento di una occupazione di elevata professionalità.
I sindacati, a seguito della scadenza del blocco dei licenziamenti, si erano incontrati con la Regione
Marche ed avevano chiesto di proseguire con gli ammortizzatori sociali per evitare i licenziamenti
che sono stati oggetto di una procedura di mobilità conclusa.
L’assessore al Lavoro ha ammesso di non essere riuscito a convincere il socio di maggioranza.
Allora il sindacato si chiede: quale ruolo vuole svolgere la Regione sul proprio territorio, di suddito
oppure di decisore di pari dignità con il socio di maggioranza?
Riteniamo che la Regione deve pretendere di più dal gestore di una infrastruttura pubblica come
lo scalo dorico dove, oltre allo sviluppo del traffico passeggeri e del cargo, è al centro
dell’interesse del gruppo Amazon.
Ieri, è partita la richiesta di incontro al Presidente Acquaroli per chiedere il rispetto degli impegni
che la Regione si era assunta nei confronti delle maestranze dell’ ex Aerdorica (politiche attive del
lavoro per la ricollocazione futura) e per capire lo sviluppo del trasporto aereo nella nostra
regione.