Domani, 8 aprile, si svolgerà l’Assemblea dell’Ata (Assemblea Territoriale d’Ambito) per l’adozione del Piano d’ambito, del rapporto ambientale per la gestione dei rifiuti. È una delle innumerevoli adunanze del complesso iter necessario per l’approvazione, che è iniziato ormai nel 2014. Sin dall’origine, i sindacati si sono schierati per l’individuazione di un’azienda unica pubblica per la gestione integrata dei rifiuti e cioè trasporto, raccolta , smaltimento e spazzamento, così che razionalizzasse le risorse delle diverse aziende pubbliche e desse, anzitutto, risposte in termini di efficienza del servizio, benefici tariffari ai cittadini e ovviamente tutele identiche per tutti i lavoratori. Oggi, invece, la situazione è diversificata all’interno della provincia di Ancona: ci sono circa 600 lavoratori coinvolti di cui alcuni dipendenti di aziende a partecipazione pubblica, altri di aziende private. Per Cgil, Cisl e Uil l’azienda unica è il modo più significativo per effettuare tutti quegli investimenti utili per migliorare i servizi e ridurre i costi, contenere le tariffe senza far pesare sui lavoratori il contenimento dei costi.
Per i sindacati, un settore delicato ma altamente strategico come quello dei rifiuti, necessita di un unico soggetto a capitale pubblico che sia garante della trasparenza e della legalità. Il sindacato ha dimostrato coerenza nel perseguire l’obiettivo dell’azienda unica, la politica meno e l’impressione è che abbia cambiato idea. Quello che preoccupa i sindacati è l’atteggiamento di alcuni sindaci: se qualche anno fa, la maggioranza di molte amministrazioni era per l’affidamento in house providing a un’ azienda pubblica, ora le esternazioni di alcuni amministratori locali, da Jesi a Fabriano passando per Falconara, evidenziano il contrario.
“Come Fp Cgil – afferma la segretaria generale, Stefania Ragnetti – auspichiamo che prevalga la ragionevolezza e lo spirito costruttivo sui campanilismi e si proceda all’approvazione definitiva del piano d’ambito. Appare chiara, invece, la volontà di qualche amministrazione a far fallire il progetto dell’azienda pubblica unica. Siamo contrari a chi afferma che l’affidamento del servizio ai privati riduca l’entità della Tari: non vorremmo che il contenimento dei costi sia a scapito della qualità del servizio e della tutela dei lavoratori”.
“I rifiuti saranno un business nel prossimo futuro – dichiara Roberto Ascani, segretario generale Fit Cisl Marche -, si può e si deve pensare che anche un’azienda pubblica possa produrre ricchezza per i cittadini tramite un servizio economico ed efficiente, tutelando sicurezza e salute del lavoro nel rispetto del contratto collettivo di settore”.
Per Giorgio Andreani, segretario della Uil Trasporti Marche “i cittadini e i lavoratori che vivono con preoccupazione questa situazione di incertezza, non comprenderebbero perché la politica non abbia trovato la via maestra per lavorare per il bene comune. Il dubbio che sorge è che ci sia la solita piccola convenienza di bottega che non corrisponde all’ interesse più alto della comunità e del territorio”.