Un sistema universitario pubblico d’eccellenza messo a rischio da logiche di mercato che potrebbero minare alla base il diritto allo studio. È quanto denunciano i Segretari Generali di CGIL, CISL e UIL Marche in una lettera formale indirizzata al Ministro dell’Università e della Ricerca, con cui chiedono la sospensione per 48 mesi dell’accreditamento dei corsi proposti dalla Link Campus University. Nel mirino dei sindacati, l’apertura dei corsi di Medicina e Chirurgia a Fano e Ascoli Piceno e di Odontoiatria a Macerata, con rette annuali che sfiorano i 20.000 euro, cifra che equivale al reddito medio annuo delle famiglie marchigiane.
“L’ingresso di un’università privata con logiche di profitto in un sistema consolidato di eccellenza pubblica rappresenta un pericolo concreto per l’equilibrio formativo regionale,” dichiarano i Segretari. “Le quattro università pubbliche marchigiane sono presidi storici profondamente radicati nel territorio e fondamentali per lo sviluppo economico, sociale e culturale della nostra regione.”
L’Università Politecnica delle Marche ha già dimostrato grande capacità di risposta alle esigenze formative in ambito medico-sanitario, raddoppiando i posti disponibili per Medicina e Chirurgia negli ultimi cinque anni (da 212 a 430). Il corso di Odontoiatria è già presente con un’offerta adeguata alla domanda regionale.
“Se emergessero ulteriori necessità formative, la strada maestra sarebbe potenziare le strutture pubbliche esistenti – sottolineano i sindacalisti -, non possiamo accettare l’idea che l’accesso alla formazione medica diventi un privilegio per pochi, con rette universitarie private che sfiorano i 20.000 euro annui, una cifra equiparabile al reddito medio delle famiglie marchigiane.”
Emergono serie criticità anche sul piano logistico e organizzativo: a Macerata manca un’unità operativa complessa di odontostomatologia, requisito essenziale per un corso di Odontoiatria, mentre risulta problematica la disponibilità di strutture ospedaliere adeguate per la formazione specialistica nelle sedi proposte.
La rete formativa dell’Università Politecnica delle Marche, consolidata attraverso convenzioni con tutte le strutture sanitarie regionali pubbliche, opera già al massimo della propria capacità formativa. L’introduzione di ulteriori contingenti di studenti porterebbe inevitabilmente al superamento dei parametri di saturazione definiti dagli standard ministeriali.
“Aprire nuovi corsi di laurea in medicina non risolverà la carenza di personale sanitario,” affermano con decisione i Segretari. “Il vero problema risiede nelle condizioni lavorative e nelle prospettive di carriera che spingono i laureati verso il privato o l’estero. Senza un corrispondente aumento dei posti nelle scuole di specializzazione, si creerebbe solo un pericoloso ‘collo di bottiglia’ che penalizzerebbe ulteriormente i laureati.”
I sindacati hanno chiesto formalmente una sospensione dell’accreditamento per 48 mesi, tempo necessario per valutare gli impatti della riforma del numero chiuso e per tutelare la qualità e l’accessibilità dell’offerta formativa pubblica regionale.
“La difesa del sistema universitario pubblico marchigiano è una priorità non negoziabile – concludono i Segretari -.La formazione medica deve rimanere un diritto accessibile a tutti gli studenti meritevoli, indipendentemente dalle loro condizioni economiche, come sancito dalla nostra Costituzione.”