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Ancona, la casa “brucia” un quinto del reddito e il capoluogo vola al primo posto per sfratti

Oltre il 20% del reddito delle famiglie anconetane viene impegnato per pagare l’affitto. Il dato emerge da uno studio del Servizio lavoro, coesione e territorio della Uil su dati Agenzia delle Entrate che, pur facendo una media tra centro e periferia e tra varie tipologie di immobile sta a monte della maglia nera per l’emergenza abitativa del capoluogo. Ancona, con 80 sfratti per fine locazione e 433 per morosità e una situazione particolarmente critica rispetto, alle altre province marchigiane. Nel 2023 sono stati emessi 852 provvedimenti di sfratto, contro i 762 del 2022. Di questi, 126 riguardano la fine del contratto di locazione e ben 726 sono per morosità, un aumento rispetto ai 657 casi dell’anno precedente. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi UIL Marche, basati sulle informazioni del Ministero dell’Interno, il numero dei provvedimenti di sfratto emessi ha subito un incremento del 11,81% rispetto all’anno precedente, mettendo in evidenza la crescente difficoltà delle famiglie a mantenere una casa.

“Siamo in una situazione di emergenza abitativa determinata non solo dalle precarie condizioni economiche delle famiglie, ma anche dalla difficoltà di trovare soluzioni abitative alternative, data la scarsità di alloggi pubblici e privati disponibili in affitto” commenta Antonella Vitale, responsabile dell’Ufficio Studi UIL Marche. Questo quadro già difficile è stato ulteriormente aggravato da eventi catastrofici, come l’alluvione che ha colpito la regione, mettendo in luce la vulnerabilità del territorio e del patrimonio abitativo. A complicare ulteriormente la situazione abitativa contribuiscono l’aumento dei costi energetici e l’inflazione, che hanno portato ad un’impennata delle rate dei mutui e delle bollette.

“Oltre ai dati statistici – spiega Andrea Catalani, presidente dell’Uniat Marche, associazione legata alla Uil che tutela gli inquilini – è la nostra quotidianità che conferma la gravità della situazione. Ogni giorno riceviamo numerose richieste di aiuto da parte delle famiglie che non riescono a far fronte alle spese quotidiane”.

All’indice finiscono il Governo centrale e la Regione Marche, che negli ultimi anni non hanno stanziato fondi sufficienti per aiutare le famiglie in difficoltà. “Non ci sono stati finanziamenti al Contributo affitto o al Fondo morosità incolpevole”, denuncia Catalani, evidenziando anche la mancata programmazione, da parte della Regione, del nuovo piano triennale per le politiche abitative, fermo al 2016. La gravità dell’emergenza abitativa è evidente anche dall’ultimo bando del Comune di Ancona, che ha potuto accogliere solo 675 delle oltre 1.200 domande di contributo affitto presentate. Una situazione che dimostra l’incapacità delle istituzioni locali di far fronte alle richieste crescenti dei cittadini in difficoltà. Secondo la UIL, la casa è un bene primario e il diritto all’abitazione deve essere garantito a condizioni compatibili con il reddito delle famiglie. Tra le proposte avanzate per affrontare la crisi abitativa ci sono agevolazioni fiscali per proprietari e inquilini, fondi di sostegno per gli affittuari per ridurre il fenomeno degli sfratti per morosità, e garanzie per i locatori nel rilascio degli immobili. Inoltre, viene richiesto un intervento più deciso nella gestione dell’edilizia residenziale pubblica, per aumentare la disponibilità di alloggi a canone calmierato. L’emergenza abitativa nelle Marche, e in particolare ad Ancona, rappresenta una sfida urgente che richiede un intervento strutturato da parte delle istituzioni per garantire un futuro più stabile alle famiglie in difficoltà.

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