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Liste d’attesa e mobilità passiva, Uil Marche: “Sanità, così non va”

Quasi 100 giorni per una mammografia, neurologia ed endocrinologia con quasi la metà delle visite urgenti erogate oltre i 10 giorni di attesa. E anche per questo che, nelle Marche, i costi di mobilità passiva superano i 90 milioni di euro con un saldo negativo di 27,7 milioni di euro). Sono alcuni numeri emersi nel corso dell’Assemblea regionale della Uil Marche che si è tenuta ieri all’auditorium Totti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche alla presenza, tra gli altri di Santo Biondo, segretario nazionale UIL, e di Anna Rea, presidente nazionale dell’Adoc, l’associazione dei consumatori legata alla Uil. Al centro dell’assemblea idee e proposte per una sanità che sappia prendersi cura delle persone e della comunità in un’ottica di prevenzione e non di sola cura. “Prevenire è meglio che curare” non a caso è il titolo scelto per l’incontro.

LA SITUAZIONE SANITARIA DELLE MARCHE – I DATI

“Contro le tendenze istituzionali, regionali e nazionali che vedono nella sanità un costo – ha detto la segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli – è necessaria una rivoluzione nell’approccio per far tornare il SSN, appunto, un servizio alla collettività. Un cambio di approccio urgente in un momento in cui un numero sempre maggiore di famiglie si vede costretta a rinunciare alle prestazioni mediche per motivi economici. Una sanità che invece che al malato guardi soprattutto alla persona in termini di prevenzione ha come diretta conseguenza una società di cittadini più sani, con costi anche minori su tutta la collettività in termini economici ma anche sociali”.


SCARICA DOCUMENTO DEFINITIVO DELL’ASSEMBLEA

Servirebbe più personale per programmare servizi migliori e abbattere le liste d’attesa. “Ad Ancona inizia il G7 salute e la Uil si propone con un documento programmatico dove si chiede – ha detto Biondo – un piano straordinario di assunzioni in linea con il fabbisogno indicato dai Ssr in ambito ospedaliero e di medicina territoriale. Per fare ciò è necessario eliminare il tetto alla spesa per le assunzioni degli operatori sanitari, bloccato al 2004. Siamo convinti che l’abbattimento delle liste di attesa rappresenti, per tutta l’utenza, la priorità assoluta in materia di salute”.

All’incontro hanno partecipato anche 𝗖𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗼 𝗠𝗮𝗿𝘁𝗶𝗻𝗶 (Direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona), 𝗖𝗮𝗿𝗹𝗼 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗶𝗻𝗶 (UIL Marche), 𝗙𝗮𝗯𝗶𝗼 𝗕𝗲𝗻𝗻𝗶 (UILFPL Marche), 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗮 𝗟𝘂𝘇𝗶 (UILP Marche), 𝗙𝗮𝗯𝗶𝗼 𝗣𝗶𝗮𝗰𝗲𝗻𝘁𝗶 (Presidente EURES), 𝗥𝗼𝘀𝘀𝗮𝗻𝗮 𝗕𝗲𝗿𝗮𝗿𝗱𝗶 (Primario della Clinica Oncologica presso Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche), 𝗔𝗱𝗿𝗶𝗮𝗻𝗮 𝗖𝗲𝗹𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗶 (Presidente IOM e Amici dello IOM) e 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗔𝗺𝗶𝗰𝗶 (Presidente Comitato Partecipazione Inrca).

Secondo il sindacato occorre urgentemente “velocizzare il processo della medicina territoriale perché a tre anni dal Covid siamo ancora in alto mare. Bisogna arrivare in tutti i luoghi, nelle periferie e nei territori più lontani, bisogna raggiungere chi non può permettersi di spostarsi o “emigrare” per le cure. I medici da soli non possono affrontare le nuove sfide della medicina moderna. Servono ospedali e case di comunità, non solo targhe sulle porte ma luoghi fisici ai quali i cittadini possano accedere per bisogni di assistenza sanitaria e socio-sanitaria e non intasare pronto soccorso e ospedali, progetti questi previsti e in molti casi rimasti sulla carta. Per raggiungere questi obiettivi serve uno sforzo collettivo e per questo la Uil Marche apre l’assemblea regionale alla partecipazione di tante voci diverse nella società”.

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