Oltre 400 presenze all’assemblea pubblica di Comunanza, fra 70 Sindaci, rappresentanti territoriali e nazionali di 4 sigle sindacali, enti territoriali, Onorevoli della Repubblica. Poi la Governance della Regione Marche, il Presidente Francesco Acquaroli e gli Assessori Stefano Aguzzi e Andrea Antonini, oltre al Sottosegretario al MEF On. Lucia Albano e il Commissario Speciale per la Ricostruzione On. Guido Castelli. Una sola voce: “Comunanza non si chiude”.
Durante l’assemblea sono intervenuti anche Gianluca Ficco, segretario nazionale UILM e Raffaele Bartomioli, segretario UILM Ascoli Piceno.
Nel suo intervento, Ficco ha sottolineato come:
La sfida contro cui ci troviamo non è quella solita della multinazionale che per accrescere i margini di profitto vuole trasferirsi in un paese low cost dove le regole internazionali e il liberalismo economico le permettono un maggiore sfruttamento, magari dopo aver ricevuto i finanziamenti pubblici per un certo periodo. Purtroppo siamo in un altro scenario, persino peggiore. Lo scenario di una manifattura che incomincia a non essere più sostenibile in Europa perché aggredita da una concorrenza asiatica che oramai non si fa forte solo di minori costi ma anche di maggiori performance e perché attagliata da quel combinato di sposto che è costi crescenti e mercato sempre più deboli.
Dobbiamo svegliarci. Nel breve termine se il ministro Urso è stato sincero, come dobbiamo confidare sia stato, nel dire di aver posto la Golden Power capace di tutelare i lavoratori, ora la deve esercitare. Sempre che sia vero, perché già ha raccontato, quasi per un anno, che la Golden Power proteggeva i lavoratori. Se non è vero si deve dimettere. Dobbiamo però capire che la stratificazione ideologica europea che ha portato al green, ai costi delle energie crescenti, a sperperare le poche risorse che c’erano in bonus utili, deve finire. Noi dobbiamo rendere competitiva di nuovo la nostra industria, perché se concentreremo le nostre risorse per rendere di nuovo conveniente produrre l’Europa, salveremo i posti di lavoro. In caso contrario rimedieremo una disfatta economica.
Raffaele Bortomioli, lavoratore dello stabilimento, ha dichiarato:
Sono della Uilm, rappresento il sindacato ma sono anche un lavoratore di questo stabilimento. Siamo sempre stati orgogliosi di lavorare qui. Lo abbiamo fatto per tanti anni. Un’industria che ha dato tanto al territorio ma che ha anche ricevuto. Oggi, dopo appena 7 mesi dall’acquisizione, Beko dice che non siamo più competitivi rispetto agli asiatici, che dobbiamo chiudere perché vogliono spostare le produzioni di Turchia, in Cina, in Egitto o in Romania. Beh, questa cosa è veramente inaccettabile. Non possono venire qui, rubarci il nostro know how, il nostro lavoro e portarcelo via. Noi dobbiamo dire assolutamente no a questa scelta inaccettabile. Un furto: di questo si tratta. L’appello che faccio alle istituzioni è quello di applicare la golden power o qualsiasi altro mezzo per tutelare il lavoro e un territorio che non può permettersi di perdere, fra addetti diretti e indotto, circa 1000 posti di lavoro.