Il segretario nazionale nel capoluogo dorico insieme ad altri cinque big delle categorie per ragionare sugli sviluppi dell’infrastruttura. “È strategica per l’intero Centro Italia”
Non più corpo slegato, estraneo alla città ma realtà viva e attiva per l’intera regione, capace di fornire un impulso economico strategico per le Marche e per il Centro Italia. È il porto di Ancona la realtà che la Uil, ieri a Roma con oltre 1.100 bare in piazza del Popolo a rappresentare i morti sul lavoro del 2023 (36 sono marchigiani), oggi nel capoluogo dorico, ha deciso di rendere protagonista con un focus per porre l’accento sulla sicurezza e rilanciarne lo sviluppo all’interno di un nuovo modo di vivere e progettare questa importante infrastruttura. Un luogo simbolo. Pulsante. Tanto da attrarre oltre al segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri in testa, anche i segretari generali delle categorie coinvolte all’interno dell’area portuale ovvero, Paolo Andreani (segretario generale Uiltucs), Enrica Mammucari (segretaria generale Uila Pesca), Rocco Palombella (segretario generale Uilm), Vito Panzarella (segretario generale Feneal Uil), Marco Verzari (segretario generale aggiunto Uil Trasporti). Una tavola rotonda al Ridotto delle Muse per parlare di “Porto è Regione – Un’idea di sviluppo economico e sociale per le Marche”.
L’evento, al quale hanno preso parte anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, il presidente dell’Autorità Portuale, Vincenzo Garofalo e Roberto Giulianelli, docente di Storia Economica all’Univpm, ha preceduto l’inaugurazione della nuova sede Uil al porto di Ancona, ulteriore punto di ascolto e aggregazione che il sindacato ha voluto avviare nel cuore della città. “Un’infrastruttura importante non solo per Ancona ma per tutto il territorio – ha detto Bombardieri al suo arrivo – Occorre indirizzare gli investimenti in quelle infrastrutture che possono dare un valore aggiunto sia per l’occupazione che per lo sviluppo. La sicurezza? Pensiamo che ci siano vari gradi di responsabilità. C’è sicuramente una questione cultura: bisogna richiamare tutti all’osservanza delle norme, misure più forti per chi le viola e un maggiore impegno da parte della politica. Dal Governo ci aspettiamo fatti concreti, siamo stanchi di chiacchiere e demagogia. In un Paese civile non è accettabile morire per andare al lavoro”.
Il porto come fulcro dell’attività economica regionale. Parliamo di circa 6.500 lavoratori, compresi gli occupati delle pubbliche amministrazioni con competenza esclusiva in ambito portuale. “Scambi mercantili, pesca e navalmeccanica sono i tre settori cardine di un’economia che ha forgiato la comunità locale dandole un’identità – ha spiegato Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche che ha moderato l’incontro – ma il porto di Ancona rimane comunque passivo con maggiori traffici di merci in arrivo, rispetto a quelle in partenza. Continua il trend storico per cui l’entroterra non utilizza il porto di Ancona per commercializzare le sue merci”.
E gli altri settori? Solo per parlare di pesca, basti pensare che le Marche vanno in mare 742 imbarcazioni, sono meno di altre regioni ma la pesca supera gli 80 milioni di Pil facendo della nostra regione la terza d’Italia, dopo Sicilia e Veneto, per valore economico del settore. L’industria regionale della nautica da diporto è specializzata nel settore yachting (67%), grandi yacht di lusso, manutenzione e raggruppa 25 realtà tra cantieri, designer, contractor di interni, componenti tecnici, impiantisti, servizi e istituzioni. Aziende che, con la loro attività, hanno fatto delle Marche uno dei principali distretti di riferimento per il lusso sia degli yacht che delle navi da crociera. Numeri incoraggianti che possono costituire un volano per ulteriore sviluppo. Senza negare i problemi. A partire dalle carenze infrastrutturali per collegare il porto alla grande viabilità nazionale e internazionale.
“Abbiamo sempre pensato al porto come un tema nevralgico e importante – ha detto il presidente Acquaroli – ritenendolo un formidabile asset per tutta la regione. Questo territorio ha una dotazione naturale di infrastrutture, oltre al porto che rappresenta il traino per grandezza e storicità, anche l’aeroporto e l’interporto ma non possiamo dimenticare che queste realtà sono raggiunte da autostrada e ferrovie. Per il porto resta fondamentale dare prospettiva e questo significa spazi e collegamenti veloci, altrimenti una mancanza di risposte rischia di far delocalizzare le imprese. Dobbiamo lavorare tutte insieme per dare a questa infrastruttura un futuro all’altezza delle aspettative della nostra regione”. Ombre che riguardano anche la vita dei lavoratori con gli incidenti sul lavoro o i fenomeni di lavoro nero e caporalato che strisciano sottotraccia nei subappalti.
“Anche per questo abbiamo deciso – aggiunge la segretaria Mazzucchelli – di aprire una sede al porto. Il nostro intento è portare alla conoscenza dei diritti coloro che oggi se li vedono negati come ad esempio le malattie professionali che derivano da questi lavori usuranti, maggiori rispetto ai rilevamenti statistici perché spesso non denunciate”. Obiettivo dell’incontro, discutere attorno a un sistema portuale che possa diventare un grande motore di sviluppo produttivo dell’intera regione anche attraverso i “suggerimenti” dei segretari nazionali Uil.