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Tari quanto mi costi, la classifica dei capoluoghi di provincia nello studio della Uil Marche

Pesaro è la più cara davanti ad Ancona, Fermo, Macerata e Ascoli quelle dove si paga meno Tari. È quanto emerge dal report dell’Ufficio studi della Uil che ha esaminato le variazioni della Tari sui comuni capoluogo di provincia che hanno registrato negli ultimi 5 anni aumenti medi del 7,7%, con punte del 69%. Lo studio ha preso in esame le utenze domestiche di una famiglia di 4 persone con un Isee di 25mila euro che vive in un appartamento di 80 metri quadrati.

A Pesaro questo nucleo famigliare pagherebbe 329,46 euro, cifra aumentata di quasi il 13% nell’ultimo quinquennio. Non stanno meglio gli anconetani: 320,95 euro di tassa, l’11,2% rispetto al 2018. La piazza più economica? Ad Ascoli nel quinquennio preso in esame la tassa è addirittura diminuita del 5,7%. Gli ascolani per il 2022 hanno pagato 180,60 euro, terza città più economica d’Italia dietro Belluno e Novara e davanti alla vicina Macerata (182,28 euro) mentre a Fermo la stessa simulazione registra una cifra di 194 euro, +1,77% rispetto al 2021 e +1,32% rispetto al 2018.

“Non c’è solo il tema del caro bollette che ha riguardato elettricità e gas a pesare sui conti delle famiglie – spiega Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche – Tra i costi delle abitazioni abbiamo anche le tariffe della raccolta dei rifiuti solidi urbani, un tema legato all’efficienza e all’efficacia del servizio in un settore che ha bisogno di investimenti e infrastrutture relativi al ciclo integrato dei rifiuti. Vanno accelerati gli investimenti del PNRR e dei fondi della coesione europei e nazionali che riguardano il ciclo integrato dei rifiuti”.

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