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Sindacati su Finanziaria regionale: nessun confronto, nessuna direzione chiara

Cgil, Cisl e Uil delle Marche sottolineano come la fase che ha preceduto la discussione e l’approvazione del DEFR e del bilancio di previsione sia stata caratterizzata per l’ennesimo anno (ormai il terzo) dalla totale mancanza di confronto reale con le organizzazioni sindacali.

Il DEFR e il bilancio di previsione rappresentano i principali atti di programmazione delle azioni politiche che la Giunta regionale intende mettere in pratica nel futuro. In una fase così delicata come quella che stiamo attraversando, e in un contesto socio economico molto complicato, rivestono un’importanza ed un significato ancora più rilevanti, stante l’assoluta necessità di selezionare bene gli interventi.

Per questo  ci saremmo aspettati un coinvolgimento proprio al fine di individuare e discutere insieme le priorità  e provare a risolvere al meglio  i numerosi problemi che si stanno presentando ai cittadini marchigiani.

Nelle scelte annunciate non c’è questo respiro. Ancora una volta,  fuori dalle spese vincolate e obbligatorie, non si scorge alcuna  precisa direzione e  alcuna visione di futuro, sui tanti  versanti in cui invece è ormai sempre più necessario intervenire in maniera decisa e chiara.

Pensiamo alle risorse che bisognerebbe  investire per supportare la frettolosa legge regionale n.19/2022 di riforma del Servizio Sanitario Regionale; una legge invece che fatta ad invarianza di risorse rischierà solo di aggravare la già difficile situazione della sanità territoriale e di tagliare importanti servizi pubblici rivolti ai cittadini.

Pensiamo alle necessarie risorse sul sociale, in un momento di crescita dei costi relativi all’energia che si stanno abbattendo  anche sulle famiglie marchigiane con il rischio concreto di un’ulteriore esplosione della povertà.

Pensiamo alle scelte poco selettive di aiuto alle imprese che non premiano adeguatamente innovazione e qualità del lavoro.

Anche sui temi del lavoro, della salute e sicurezza, della mobilità, dell’ambiente, dell’istruzione,

della cultura e turismo, delle infrastrutture e del dissesto idrogeologico sarebbe stato utile  un confronto in largo anticipo per ragionare insieme sull’individuazione delle priorità.

Per il terzo anno consecutivo invece prendiamo atto di una mancata  volontà di dialogo reale  e di confronto che ci lascia amareggiati ma oltremodo convinti della necessità, qualora questo atteggiamento non dovesse mutare, di mobilitarci per chiedere una nuova stagione di partecipazione democratica e di coinvolgimento di tutti i corpi sociali, economici ed  istituzionali  nell’azione di indispensabile rilancio  delle Marche.

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