Dal congresso della UIL Scuola arriva la conferma di Antonio Spaziano alla carica di Segretario generale del comparto. Il voto ieri pomeriggio all’Hotel Monteconero di Sirolo che ha ospitato anche gli interventi del Segretario nazionale, Giancarlo Turi, e della segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli.
Nella sua relazione Spaziano ha delineato un quadro regionale fatto di oltre 25mila docenti e più di 6mila ATA messi a dura prova durante gli anni del Covid.
“La comunità educante – ha detto – è stata in prima linea, massacrata dalla burocrazia, dalla didattica a distanza e dalla gestione dell’emergenza. In emergenza abbiamo affrontato le fragilità della scuola. Oggi dobbiamo far tesoro di questa esperienza e trasformarla in un’opportunità. Abbiamo il dovere morale di riflettere su questi ultimi anni e su come la scuola può ripensarsi per essere più incisiva e forte per non lasciare indietro nessuno, per tutelare le diversità e per essere di nuovo scuola ed esperienza di vita vera, affinché la scuola assurga al suo ruolo principe di funzione dello stato ricostruendosi come vero centro di promozione culturale, relazionale e di cittadinanza attiva che sia capace di elevare il livello culturale e il benessere generale del territorio”.
Altra nota dolente, le classi “pollaio”.
Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione nelle Marche ci sono circa 208mila studenti divisi in 10.629 classi. “Ma 28 non può essere un numero di riferimento per la composizione di una classe – ha avvertito Spaziano – come anche deve essere chiaro che in una regione come la nostra, segnata dal terremoto, va posta attenzione a quelle aree dove la scuola, quale servizio essenziale, rappresenta una funzione vitale e strategica per evitarne lo spopolamento. La mancata previsione della deroga sisma ha determinato la preoccupazione di queste aree. È fondamentale tenere in considerazione l’orografia del territorio. Molti comuni di piccole dimensioni nell’entroterra sono mal collegati e soffrono maggiormente il problema dello spopolamento scolastico e quindi demografico. Pertanto nell’immediato diventa essenziale dare piena attuazione a tutte le deroghe previste dal DPR 81 permettendo di costituire classi con numero di alunni inferiore a quello minimo stabilito dalla norma, ma contestualmente è importante che la politica e le istituzioni tutte si facciano carico di attivare un progetto di valorizzazione di queste aree nel lungo periodo (e perché no) anche partendo dalla scuola”.