“Giovani svogliati in vista della stagione turistica? Il reddito di cittadinanza è una scusa. Se si applicassero i contratti che prevedono tutele come il giorno di riposo, le ferie e i permessi, un orario di lavoro “umano” disoccupati e giovani in cerca di prima occupazione si avvicinerebbero a questo settore strategico per il nostro Paese e per la nostra regione”. Sono le parole di Fabrizio Bontà, confermato segretario generale della Uiltucs Marche al termine del congresso regionale che si è tenuto questa mattina all’hotel Horizon di Montegranaro. “Un onere e un onore essere segretario di una categoria che ormai è il primo settore del Paese e in forte crisi per i ritardi nel rinnovo dei contratti. Veniamo da anni molto impegnativi: nelle Marche l’uscita di scena di Auchan/Sam e Carrefour, la chiusura del Mercatone Uno ha stravolto la geografia della nostra regione. La fuga dei francesi ha lasciato sul terreno più di 200 posti di lavoro tra Ancona, Osimo e Camerano. Parliamo di persone di età media tra i 45 e i 55 anni: non abbiamo abbandonato nessuno e siamo sempre attenti qualora si aprisse qualche opportunità lavorativa in grado di restituire dignità a chi è considerato troppo giovane per andare in pensione ma difficilmente ricollocabile per trovare nuova occupazione”. I timori per il futuro non mancano. Nel 2021, secondo i dati Anpal, la bilancia marchigiana tra assunzioni e cessazioni nei settori del commercio e del turismo è positiva con quasi 78mila attivazioni a fronte di circa 70mila cessazioni. La maggior parte di quest’ultime è dovuta alla scadenza di contratti a termine. Soprattutto tra i giovani: quasi la metà dei contratti è a tempo determinato per la forte componente stagionale del settore ma ben il 38% degli under 35 si trova di fronte a un contratto atipico, di somministrazione o accessorio. Al congresso hanno partecipato anche Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche, Brunetto Boco, segretario generale Uiltucs nazionale e Paolo Andreani, segretario generale aggiunto Uiltucs. “Oltre a commercio e turismo la nostra categoria – spiega Bontà – comprende anche farmacie e dipendenti del comparto socio assistenziale. Parliamo di tutti lavoratori che nei due anni di pandemia non si sono mai fermati per garantire i servizi essenziali – ha aggiunto Bontà – e che rappresentano quasi un quarto degli oltre 5.800 infortuni da Covid contratto sui luoghi di lavoro da marzo 2020 a oggi. Ora ad aggravare la situazione è arrivata la guerra tra Russia e Ucraina. In tutta questa incertezza a farne le spese sono sempre i ceti medio bassi ma va anche rilevato che la crisi è diventata una scusa per dilatare nel tempo i rinnovi dei contratti. Occorre rimboccarsi le maniche perché il futuro non è roseo ma noi abbiamo deciso che crederci ancora non è una brutta malattia”.