È un cold case, poi riaperto e risolto che ha originato le borse di studio triennali nell’ambito della Convenzione per contributo alla ricerca su tematiche di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, sottoscritta ieri dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Urbino e dalla Uil Marche. Un evento avvenuto in un’azienda di Colli al Metauro che ha portato danni permanenti alla mano di un operaio di 24 anno, inizialmente derubricato a fatalità.
Una questione di giustizia – VIDEO
Lo scorso ottobre, a 5 anni di distanza, la condanna di due imprenditori e il riconoscimento del danno anche alla Uil Marche, costituitasi parte civile. Il risarcimento è stato interamente devoluto – insieme ad altre somme stanziate dalla Uil Marche – per questo progetto. “Il nostro obiettivo è far diventare la sicurezza una parte della cultura del lavoro – ha detto la segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli – da non vedere come un aggravio burocratico ma come parte integrante dei processi produttivi. Questa convenzione nasce dopo aver seguito le vicissitudini di questo lavoratore, soggetto fragile, uno straniero di 24 anni. Il suo incidente è emerso per merito del sistema Uil che si è attivato attraverso il Patronato, attraverso i responsabili territoriali della sicurezza sul lavoro, attraverso il nostro avvocato. Il Tribunale di Pesaro nell’accogliere la nostra costituzione ha riconosciuto un interesse collettivo: l’infortunio sul lavoro non è un danno solo del singolo che subisce ma di tutto il sistema perché al di là dei temi etici ci sono tutti costi oggettivi in termini di spesa sanitaria e spesa sociale dietro un infortunio”.
Soddisfatti Licia Califano, direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza, e Paolo Pascucci, responsabile scientifico delle attività di ricerca. Alla presentazione è intervenuta anche Ivana Veronese della segreteria Uil nazionale. “Un’iniziativa importante della Uil Marche – ha detto – che segue la campagna Zero Morti sul Lavoro che abbiamo individuato lo scorso anno per cercare di portare fuori un tema che troppo spesso viene affrontato dopo un evento drammatico. Sappiamo che l’Università di Urbino è sempre molto attiva e questa borsa di studio ci sembra una buona cosa perché in queste aule ci sono gli imprenditori, i lavoratori, i liberi professionisti del futuro”.