La settimana scorsa la Giunta regionale ha deciso quali sono gli interventi e i progetti per accedere ai primi 183 milioni di euro della Missione 6 del PNRR.
Negli ultimi mesi abbiamo rivolto continue richieste e sollecitazioni affinché venisse attivato il necessario confronto con le Organizzazioni Sindacali sulla definizioni nelle Marche degli investimenti previsti dal PNRR, come peraltro previsto dal “Protocollo per la partecipazione e il confronto dell’ambito del Piano Nazionale di ripresa e Resilienza” sottoscritto dal Presidente del Consiglio e dai Segretari nazionali di CGIL CISL UIL, il quale definisce le modalità attraverso le quali ciascuna amministrazione titolare di interventi, dalle Regioni ai Comuni, debba attivare tavoli di confronto preventivi e periodici riguardanti i progetti di investimento, le loro ricadute economiche e sociali, nonché le ricadute dirette e indirette sul lavoro. Tutto ciò in attuazione dell’art. 8, comma 5 bis, del DL n. 77/2021.
A distanza di un mese dal primo e unico incontro con il Presidente Acquaroli e l’Assessore Saltamartini, nonostante gli impegni dichiarati, non solo il confronto non è mai stato concretamente avviato, ma non abbiamo ricevuto neanche nessuna documentazione che consentisse di conoscere almeno il quadro di massima degli interventi.
Ora che gli interventi e i progetti per Case e Ospedali di Comunità, COT, nuovi macchinari e tecnologie sono stati decisi dalla Giunta regionale, senza che le forze sociali siano state in alcun modo messe nelle condizioni di esprimersi, con estremo rammarico prendiamo atto della mancanza di volontà politica dell’Assessore Saltamartini di garantire il necessario percorso di partecipazione e confronto.
Ma a preoccuparci è soprattutto la totale mancanza di confronto su quello che è il complessivo progetto di definizione e organizzazione della rete di medicina territoriale da garantire nelle Marche e più in generale del complessivo sistema sanitario regionale. In sostanza una nuova idea di sanità e di tutela della salute dei cittadini che sta alla base degli obiettivi del PNRR; una sanità che punta a spostare il baricentro dell’assistenza dall’ospedale al territorio. Una sanità territoriale che richiede non solo strutture ma attività, tecnologie, nuove figure professionali (infermieri di famiglia e di comunità) e nuove modalità organizzative e di lavoro (equipe territoriali con i medici di medicina generale). Un sistema nel quale anche l’ospedale deve cambiare, non solo in termini di adeguamento tecnologico.
Dunque il PNRR dovrebbe essere l’occasione per ripensare e far evolvere il sistema sanitario verso un modello completamente diverso rispetto a quello attuale, in un percorso trasparente e condiviso. Trasparenza e condivisione di cui finora non c’è traccia, così come non c’è traccia del progetto complessivo di sanità o almeno nessuno lo conosce.
E’ davvero l’ennesima occasione persa.