Gli appalti di lavori, servizi e forniture sono una leva fondamentale per sostenere l’economia, dare opportunità alle imprese, mantenere e creare buoni posti di lavoro e, per queste ragioni, devono essere sempre più strumento di legalità. Con queste premesse è stato firmato oggi il protocollo d’intesa triennale tra l’Università Politecnica delle Marche, CGIL, CISL e UIL allo scopo di collaborare e contrastare fenomeni di illegalità. “Questo protocollo si pone innanzitutto l’obiettivo di consolidare e, laddove possibile, rafforzare strumenti e modelli organizzativi – afferma il Rettore Prof. Gian Luca Gregori – per garantire legalità, trasparenza, contrasto alle infiltrazioni mafiose, regolarità del lavoro, tutela della occupazione, finalità ambientali e sociali”.
Per Giorgio Andreani della segretaria UIL Marche “è un punto d’arrivo molto importante: si regolamenta un contesto delicato come l’affidamento in appalto di servizi, consentendo di evitare tutte le storture che rendono il mondo degli appalti insicuro e oggetto di eccessiva vertenzialità. Il sindacato da tempo e in tutti i contesti chiede di regolamentare l’affidamento in appalto dei servizi. Un plauso quindi alla sensibilità”.
Il protocollo prevede un impegno sul fronte del monitoraggio e del confronto costante tra le parti. Sul tema dell’aggiudicazione dell’appalto, in particolar modo per quelli dei servizi ad alta intensità di manodopera, l’Università potrà stabilire criteri di ponderazione qualità prezzo assegnando alla qualità l’80% e al prezzo il 20%. In sede di predisposizione della documentazione di gara, inoltre, l’Università si impegna a considerare quali possibili elementi di qualità dell’offerta il possesso del Rating di legalità e di impresa dell’offerente ed il possesso di certificazioni etiche rilasciate secondo norme internazionali riconosciute. Per quanto concerne i subappalti l’Università si impegna ad estendere le tutele e gli obiettivi del presente protocollo anche alle imprese che vengono coinvolte in regime di subappalto.
Inoltre, sarà prevista nei bandi di gara la cosiddetta “clausola sociale” per il mantenimento dei livelli occupazionali nella salvaguardia dei rapporti di lavoro in essere, anche laddove detta clausola non sia espressamente prevista dal CCNL di riferimento.